La tomba di Giuseppe
L'inumazione o tumulazione dei cadaveri nel terreno in un luogo specificamente destinato, il cimitero, in latino coemeterium derivata dal gr. κοιμάω, «mettere a giacere», parola usata in principio su iscrizioni paleocristiane anche per indicare una sola tomba, ha origini antichissime, e nel mondo cristiano divenne molto comune l'abitudine di seppellire nell'interno delle chiese, non solo gli ecclesiastici e i personaggi
cospicui defunti, ma anche numerose altre salme e spesso, non già in tumuli individuali, ma in grandi tombe collettive poste sotto il pavimento. Durante il sec. XVIII si comincia a colpire quest'usanza con severi provvedimenti legislativi: nel 1765 un decreto del parlamento di Parigi ordinava il trasferimento dei cimiteri fuori della cerchia urbana, e la dichiarazione regia 10 marzo 1776 tentava di generalizzare siffatte prescrizioni limitando a pochi casi il privilegio delle sepolture nelle chiese e favorendo la formazione di cimiteri suburbani. Disposizioni analoghe s'ebbero in Italia nell'anno successivo, ma dovunque l'applicazione di essa fu tarda per difficoltà pratiche e per resistenze molteplici. E' l'ottocento il secolo della regolamentazione della materia da parte degli stati con intento prevalentemente di salvaguardare la sanità pubblica: Dopo l'Editto napoleonico di Saint Cloud emanato in Francia nel 1804 ed esteso nei territori italiani nel 1806, che sfratta le sepolture dai centri cittadini ed inventa il recinto chiuso e la tomba
individuale, in Italia dagli articoli articoli 195 e 198 del testo unico delle leggi sanitarie (approv. con r.
decr. 1° agosto 907, n. 636), che, salvo alcune modifiche, riproducono gli articoli dal 56 al 59 della legge sanitaria 22 dicembre 1888, n. 5849, promossa dal Crispi. Le fosse per sepolture private sono individuali e su di esse è permesso di erigere un monumento. L'iconografia degli edifici funerari contemporanei, così come appare nei cimiteri moderni di tutte le dimensioni, è il risultato di un particolare cammino antropologico, storico ed artistico imperniato sull'attribuzione di una forte valenza architettonica alle
sepolture umane. Inizia con i monumenti preistorici, prosegue con le piramidi, le mastabe egizie e gli antichissimi ipogei; quindi le sepolture rotonde micenee, le stele greche ed i tumuli, gli ipogei ed i sarcofagi etruschi, fino ai mausolei, le edicole ed i sarcofagi romani. Seguono le tombe cilindriche bizantine, i sarcofagi catacombali e le tumulazioni cimiteriali dei Cristiani, ed i seppellimenti medievali in chiesa sotto pavimento o nelle arche. Il Rinascimento, infine, con le ricche ornamentazioni ed il Seicento con le
complesse realizzazioni barocche. Concorrono a ciò due motivi fondamentali: le idee illuministe, che rifiutano i precedenti concetti di morte veicolandoli su un versante laico, traducibile anche nel desiderio di immortalare la memoria di uomini celebri su un piano monumentale, ed esigenze sanitarie ritenute ormai
difficilmente prorogabili. Nascono nell'ottocento i più rilevanti cimiteri monumentali italiani: quello di Brescia, d'impronta neoclassica è iniziato nel 1814, quelli, particolarmente ricchi, di Torino (attivo dal 1829), di Roma («Verano», attivo dal 1836) di Genova-Staglieno (attivo dal 1851) e di Milano (attivo dal 1866), ma anche la "Certosa" di Bologna (attivo dal 1801). La tumulazione di famiglia, si fa spesso in cripta sotterranea, come nel caso della tomba di Giuseppe, nella cui parte sopratterra resta visibile la lapide marmorea orizzontale rettangolare e la stele verticale liberamente reinterpretata con andamenti
curvilinei ed ornata da oggetti in metallo lavorato: la figura angelica allegorica e la semplice croce, il più universale tra i simboli elementari (non solo in ambito cristiano) quale simbolo di vita eterna, nella variante latina (un braccio lungo ed uno corto). La forma della cappella funeraria, o tomba di famiglia, nasce da questa concezione: una sorta di cripta sotterranea ed un tempietto terminato con vari tipi di copertura, che nel caso della tomba di Giuseppe scompaiono sotto il rigoglio dei sempreverdi ad imitazione su scala più o meno ridotta delle cappelle laterali delle chiese.